Quando la Puglia decide di misurarsi con i grandi rossi internazionali, lo fa a modo suo, in un territorio aspro e magnifico. Qui nascono etichette come questo Locone, un interessante Cabernet Sauvignon. L'idea alla base è quella di portare un vitigno "straniero" ad altissimi livelli, esaltandone il carattere elegante e fresco grazie a un terroir che non perdona distrazioni. La firma è quella autorevole della famiglia Antinori. Siamo nell'area della DOC Castel del Monte, un’oasi nell'Alta Murgia, una zona della Puglia che rompe lo stereotipo della terra rossa e piatta. Qui, i vigneti di Tenuta Bocca di Lupo si trovano a circa 300 metri sul livello del mare, su suoli carsici e calcarei, bianchi e poveri, che obbligano le radici a scendere in profondità. Il nome Locone è di per sé una curiosità che racconta questa terra: si ispira all'omonimo lago artificiale della zona di Minervino Murge. In un ambiente carsico, dove l'acqua è preziosa, questo bacino idrologico è vitale per l'equilibrio della fauna e della flora locale, e in un certo senso, per dare vita anche a questo vino. In questo contesto il Cabernet non cerca solo potenza, ma si alleggerisce, mantenendo un'ossatura solida ma aggraziata. In più, la conduzione biologica delle vigne è un sigillo che garantisce un legame ancora più autentico e pulito con il territorio. In cantina, dopo una macerazione delicata, il vino matura in barrique di rovere dove svolge anche la fermentazione malolattica, completando l’affinamento che lo rende morbido e complesso. Questo passaggio in legno non copre la frutta, ma la accompagna, aggiungendo sfumature e armonia. Rosso porpora vivo, quando si porta il calice al naso, si viene avvolti da un bouquet intrigante. Le sensazioni fruttate di lampone e amarene mature sono immediatamente percepite, ma si uniscono rapidamente ai sentori freschi e inattesi di macchia mediterranea. Il finale è impreziosito da note più scure di cacao amaro e liquirizia. In bocca è morbido e avvolgente, senza essere pesante. La trama tannica è matura e a grana fine, come un velluto, e bilancia perfettamente la scorrevolezza e la freschezza del sorso. Questo rosso possiede la stoffa dei grandi vini da invecchiamento, potendo evolvere magnificamente anche per 10-15 anni in cantina. Un’occasione da non lasciarsi scappare per vedere come si trasforma nel tempo.
Quando si parla di Puglia del vino, l'immaginario collettivo corre subito ai colori intensi del Salento, alle terre rosse e al calore avvolgente. Ma c'è una zona, nel cuore dell'Alta Murgia, dove il paesaggio cambia, si fa più austero, quasi lunare. È qui, tra le colline di Minervino Murge, che la famiglia Antinori, con la sua secolare esperienza, ha piantato le radici della Tenuta Bocca di Lupo. Perché proprio qui? La scelta di investire in questa terra, più di vent'anni fa, è nata da una combinazione di passione, coraggio e una ferma convinzione nell'enorme, e a tratti inespresso, potenziale qualitativo della regione. L'obiettivo è sempre stato chiaro: riscoprire e valorizzare i grandi vitigni autoctoni, offrendo un'interpretazione che sapesse unire il carattere della tradizione con l'eleganza e la profondità che solo una grande cantina può tirare fuori. La Tenuta si trova nel territorio della DOC Castel del Monte, un luogo magico, selvaggio, protetto dall'ombra del magnifico e misterioso castello di Federico II di Svevia. Il cuore di Bocca di Lupo è rappresentato da vitigni come l'Aglianico, che qui trova una delle sue massime espressioni in Puglia, dando vini austeri e con grande potenziale di invecchiamento.
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