“Burdese”, in dialetto siciliano vuol dire “bordolese”. Basta questo per svelare la natura cosmopolita di questo rosso targato Planeta. Un’interpretazione tutta isolana del classico taglio di Bordeaux. I vigneti in questo caso si dividono tra la contrada Dispensa, a pochi chilometri dal mare, e la più alta Maroccoli, che sfiora i 430 metri sul livello del mare. Da queste colline, un tempo battute dai commercianti fenici e poi greci, oggi arrivano micro?partite di uva che mantengono vivo lo spirito di scambio della costa sud-occidentale. La cuvée di base di Burdese è composta per il 70% di Cabernet Sauvignon che dona struttura, frutto scuro e tannino e per il restante 30% Cabernet Franc che apporta freschezza balsamica e la caratteristica nota erbacea. Le due parcelle vengono vendemmiate manualmente nella prima parte di settembre. Le uve vengono prima diraspate per poi essere avviate a fermentazioni separate in acciaio. Segue una fase di macerazione sulle bucce e la malolattica, completamente svolta. In ultimo il vino matura poi per 14 mesi in barrique francesi di Allier, quasi tutte nuove. Una scelta stilistica ben precisa che contribuisce ad ammorbidire i tannini, aggiungendo tocchi di cacao e liquirizia. Un ulteriore anno in bottiglia completa l'affinamento prima della messa in vendita. Nel calice si mostra di un bel colore rubino fitto con riflessi porpora. Al naso sprigiona ribes nero, prugna sotto spirito e accenni di grafite. Con il passare dei minuti, poi, l’ossigenazione nel bicchiere fa emergere note di rosmarino, cuoio e cioccolato fondente. L’attacco in bocca è pieno, quasi cremoso, bilanciato da una dorsale acida che allunga il sorso verso un finale salino-balsamico, segnato da erbe mediterranee e un eco di amarena. Buono già oggi, grazie ai suoi tannini fitti e all’elevata concentrazione, Burdese promette una vita in cantina di 12-15 anni. Con il tempo svilupperà tonalità di tabacco dolce, cedro candito e leggera nota ferrosa che entusiasmeranno chi ama le evoluzioni complesse.
Quando si parla di vino siciliano contemporaneo, Planeta è uno dei primissimi nomi che viene in mente. La famiglia coltiva vigne da diciassette generazioni, ma il vero salto di qualità arriva negli anni Novanta, quando i cugini Francesca e Alessio Planeta trasformano l’azienda agricola di famiglia in un progetto enologico diffuso su tutta l’isola. Oggi Francesca è presidente, mentre Alessio, enologo, coordina una produzione che sfiora i 2,4?milioni di bottiglie senza rinunciare a un approccio artigianale al dettaglio. La filosofia è semplice quanto ambiziosa: raccontare l’intera Sicilia valorizzando le differenze di suolo, clima e cultura di ogni area. Per questo Planeta non ha un’unica cantina, ma cinque tenute –?Menfi, Vittoria, Noto, Etna e Capo?Milazzo – pensate come tappe di un viaggio ideale fra coste, altopiani e vulcani. Ogni sede è un presidio di biodiversità e un laboratorio di micro?vinificazioni, perché «ogni suolo merita la sua voce». Il rispetto dell’ambiente è l’altro pilastro. Dal 2022 l’intera gamma è certificata biologica. In più Planeta aderisce al protocollo SOStain, il primo standard di sostenibilità pensato per la viticoltura siciliana. Il progetto "Planeta?Terra" va oltre: bottiglie alleggerite prodotte al?100?% sull’isola, energia da fonti rinnovabili, riforestazione di macchia mediterranea e coperture vegetali permanenti tra i filari. Un impegno concreto che trasforma la sostenibilità da slogan a prassi quotidiana.
Italia
Aziende Agricole PLANETA S.S. Contrada Dispensa - 92013 Menfi (AG) Sicilia – Italia
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