Dieci anni di lava ininterrotta: così l’Etna, fra il?1614?e il?1624, scrisse la sua eruzione più lunga. Oggi quelle colate pietrificate nutrono le radici di un Pinot Nero fuori dagli schemi, capace di colpire anche con chi pensa che il grande rosso vulcanico debba per forza chiamarsi Nerello. Ci troviamo a quasi 900?metri di quota, nella contrada Sciaranuova di Castiglione di?Sicilia. Qui le viti affondano in sabbie nere ricchissime di minerali. Il clima è da montagna più che da isola: giornate luminose, notti fresche, brezze che asciugano le uve e allungano la maturazione. Qui Planeta ha piantato un piccolo clos di Pinot per dimostrare che la Sicilia sa giocare anche "in trasferta” con i vitigni d’Oltralpe. Cloni borgognoni, innestati su portainnesti adatti ai suoli vulcanici, regalano grappoli radi e acini minuti; la resa è volutamente bassa per concentrare aromi e freschezza. Raccolta manuale a fine settembre, in cassette piccole con immediata refrigerazione. In cantina, i grappoli diraspati fermentano in tonneaux aperti a temperatura controllata con follature delicate. Segue una macerazione di dodici giorni e pressatura tradizionale a torchio verticale. L’affinamento dura sei mesi in tonneaux di terzo passaggio, poi riposo in acciaio. Una scelta leggera pensata per lasciar parlare il terroir senza eccessi di legno. Nel calice risplende di un rubino trasparente. Il naso gioca su sfumature di selce bagnata, grafite e un frutto scuro, come prugna selvatica, amarena, mirtillo, note di inchiostro e violetta. In bocca è verticale, con un ingresso setoso, tannino fine ma energico, succo croccante che si distende in scia salina, quasi ematica, tipica dei rossi di quota. Il finale, lungo e saporito, lascia una piacevole traccia di erbe balsamiche. Grazie alla sua acidità naturale e all’estrazione misurata, il vino può evolvere tranquillamente per 10?15?anni, periodo in cui la nota ferrosa e la speziatura vulcanica si fonderanno con eleganti richiami terziari di sottobosco e cuoio.
Quando si parla di vino siciliano contemporaneo, Planeta è uno dei primissimi nomi che viene in mente. La famiglia coltiva vigne da diciassette generazioni, ma il vero salto di qualità arriva negli anni Novanta, quando i cugini Francesca e Alessio Planeta trasformano l’azienda agricola di famiglia in un progetto enologico diffuso su tutta l’isola. Oggi Francesca è presidente, mentre Alessio, enologo, coordina una produzione che sfiora i 2,4?milioni di bottiglie senza rinunciare a un approccio artigianale al dettaglio. La filosofia è semplice quanto ambiziosa: raccontare l’intera Sicilia valorizzando le differenze di suolo, clima e cultura di ogni area. Per questo Planeta non ha un’unica cantina, ma cinque tenute –?Menfi, Vittoria, Noto, Etna e Capo?Milazzo – pensate come tappe di un viaggio ideale fra coste, altopiani e vulcani. Ogni sede è un presidio di biodiversità e un laboratorio di micro?vinificazioni, perché «ogni suolo merita la sua voce». Il rispetto dell’ambiente è l’altro pilastro. Dal 2022 l’intera gamma è certificata biologica. In più Planeta aderisce al protocollo SOStain, il primo standard di sostenibilità pensato per la viticoltura siciliana. Il progetto "Planeta?Terra" va oltre: bottiglie alleggerite prodotte al?100?% sull’isola, energia da fonti rinnovabili, riforestazione di macchia mediterranea e coperture vegetali permanenti tra i filari. Un impegno concreto che trasforma la sostenibilità da slogan a prassi quotidiana.
Italia
Aziende Agricole PLANETA S.S. Contrada Dispensa - 92013 Menfi (AG) Sicilia – Italia
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